La Didattica partecipata è una metolodogia che mira al rafforzamento delle competenze individuali e professionali, dando vita a luoghi di incontro, di riflessione, di scambio di esperienze, di documentazione, di elaborazione, nonché di progettazione innovativa. E’ alla base di un’azione educativa finalizzata a favorire un maggiore protagonismo giovanile nella scuola e negli altri spazi educativi, fornendo agli studenti gli strumenti per la propria auto-formazione, ma anche facendoli vivere in una comunità con regole democratiche, diritti e doveri. Una comunità della quale i giovani si sentano parte e dove possano realizzare iniziative autonome, mettendosi in rete con altre scuole e con realtà esterne.
La Coscientizzazione è una metodologia, sperimentata dal padagogista brasiliano Paulo Freire, nell'ambito della sua “Pedagogia dell'autonomia”.
Tale metodologia ha come obiettivo la formazione di individui/cittadini coscienti ed attivi, ovvero in grado, sia di decifrare i tempi e gli eventi che li attraversano, sia di rivestire un ruolo attivo nella società, mediante scelte in grado di influire positivamente sul proprio stile di vita e sul contesto di riferimento.
Una metodologia che sottende un'educazione emancipatrice che fa luce sulle contraddizioni del mondo attuale, cui gli individui non devono adagiarsi, bensì riappropriarsi della propria dimensione umana, riconoscendosi a tutti gli effetti soggetti attori protagonisti della storia individuiale e collettiva.
La partecipazione e la coscientizzazione sono i due strumenti predominanti posti alla base anche dell'Educazione alla Cittadinanza Globale (ECG), sintetizzabili nella creazione del cosidetto “pensiero critico”.
Il concetto di “pensiero critico” è mutuato da sociologo francese Edgar Morin, che nei suoi testi fa riferimento alla necessità di riformulare il pensiero per rispondere attivamente alle sfide della società contemporanea: “Imparare a vivere richiede non solo conoscenze, ma la trasformazione, nel proprio essere mentale, della conoscenza acquisita in sapienza e l’incorporazione di questa sapienza per la propria vita“.
Nella consapevolezza che “la riforma del pensiero avrebbe conseguenze esistenziali, etiche e civiche” (Morin, 2008), l'obiettivo dell'educazione alla cittadinanza globale lo si può ritenere raggiunto con successo se il risultato finale è l'impegno dei cittadini per un cambiamento collettivo positivo.
